Storici dell’economia ed economisti per i 150 anni di economia italiana
Convegno Nazionale, Modena venerdì 20 - sabato 21 maggio 2011
Ricchi per sempre ? Il benessere degli italiani è a un bivio, tra progresso e declino.Attraverso quale percorso storico vi si è giunti? E' superabile lo stallo?
Per il ruolo cruciale avuto nel corso di un secolo e mezzo e per la pungente attualità, il Comitato organizzatore1 ritiene che una approfondita disamina e conoscenza delle vicende economiche degli ultimi 150 anni sia indispensabile per comprendere meglio la Storia complessiva dell’Italia unita; si tratta di riflessioni indispensabili per analizzare e affrontare adeguatamente l’attuale situazione economica.
Il convegno intende essere un incontro di studio e di dibattito capace di suscitare una risonanza nazionale, non è pertanto riservato e rivolto ai soli addetti ai lavori. Immaginiamo un evento culturale (al quale partecipano economisti e storici dell’economia) che vada oltre la mera “dimensione accademica”. L’idea di partenza è quella di esplorare i temi che più direttamente hanno influenzato e influenzano la crescita o la stagnazione/recessione di un modello economico assai peculiare qual è quello italiano.
Se, come è stato in più sedi sottolineato, lo sviluppo economico italiano nel lungo periodo (dalla fase postunitaria alla crisi del fine secolo XX) è stato soggetto a un andamento “a pendolo” che ha visto susseguirsi momenti di crescita a stadi di stagnazione e arretramento, appare opportuno, dopo 150 anni, interrogarsi con ampiezza di visione sulle cause persistenti delle peculiarità del caso relativo al nostro paese.
L’inserimento nel quadro internazionale, sebbene risulti determinante ai fini della comprensione dello sviluppo economico, non ci spiega in modo esaustivo le peculiarità del nostro Paese. I fattori decisivi - è stato ipotizzato – sono piuttosto endogeni, nazionali: a una strutturale insufficienza di cultura competitiva interna si somma la carenza di infrastrutture materiali e istituzionali – fra cui spiccano il quadro giuridicolegale e la farraginosità dell’amministrazione pubblica – da un lato, e la instabilità delle politiche finanziarie, dall’altro. A ciò si aggiunga lo scarso dinamismo di lungo periodo del sistema innovativo italiano, sia sotto il profilo tecnologico sia organizzativo, in cui i punti di debolezza, in vari momenti storici, hanno finito per prevalere su quelli di forza.
L’incontro sinergico o lo scontro deleterio fra questi fattori è andato sviluppandosi nella storia economica italiana dando origine a momenti di vigorosa crescita, come gli anni del decollo industriale nel periodo del miracolo economico postbellico, e a fasi di profondo squilibrio, come nel caso della crisi di fine Ottocento o del fascismo degli anni Trenta.
Né il mercato, con i suoi aggiustamenti spontanei, né lo Stato, con le sue imposizioni dirigistiche, dunque, sono stati in grado da soli di suscitare, sostenere o ripristinare lo sviluppo economico.
Da qui, parte l’ipotesi di lavoro del Convegno.
Questa chiave di lettura, peraltro, è stata posta al centro sia del recente rapporto al Presidente della Commissione Europea, sia nella relazione del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi5, così come è centrale nel corposo e documentato elaborato6 messo a punto dall’Ufficio studi di Confindustria in preparazione del Convegno di Parma (9 aprile 2010).
Il convegno propone una ricostruzione storica capace di individuare gli aspetti ancor oggi irrisolti del nostro sistema economico. Si vuole mostrare quali situazioni frenino il pieno dispiegarsi delle potenzialità necessarie a sorreggere una crescita sostenuta e ad alimentare il progresso economico-sociale del nostro Paese.
Il progetto di convegno affida ad accreditati studiosi il compito di analizzare alcune delle principali questioni della vicenda economica nazionale. Al termine di ogni relazione un discussant commenterà il tema esposto sforzandosi altresì di collegare le questioni trattate con la situazione economica attuale.
Il programma è consultabile al sito http://www.150modenesichestoria.it