Il VII Convegno Annuale dell’Associazione Italiana per la Storia dell’Economia Politica (STOREP) sarà ospitato dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale e dal Dipartimento di Economia dell’Università di Trento dal 30 maggio al 1 giugno 2009.
Proposte di paper o di sessioni su tutti gli aspetti della storia del pensiero economico sono benvenute.
Un abstract di non oltre 200 parole per i paper, e una breve descrizione di non oltre 400 parole del tema, della motivazione, degli autori e dei titoli delle relazioni per le sessioni, devono essere inviati prima del 31 gennaio 2010 a segretario@storep.org. Il Comitato Scientifico comunicherà l’accettazione del paper entro il 20 febbraio 2010. La versione completa del paper dovrà essere inviata entro il 10 maggio 2010.
Il tema centrale della conferenza è "Pubblico e privato in economia: i confini sfuggenti"
La recente crisi economica e finanziaria ha dimostrato ancora una volta l’importanza di definire con chiarezza le relazioni tra sfera pubblica e sfera privata in economia. Sorpresi dagli eventi, i governi sono intervenuti attivamente nei sistemi economici nazionali e hanno iniziato a modificare le regole del gioco nella finanza e nell’economia. Questi sviluppi hanno spinto anche gli economisti e i politici a rivedere le loro idee sui confini tra settore pubblico e settore privato, travalicando anche le teorie di ispirazione keynesiana che sembravano essere state abbandonate. La storia del pensiero economico può fornire una fonte inesauribile di ispirazione a questo processo di revisione e sarebbe inefficiente non farne uso.
Aristotele è uno dei primi autori a tracciare una chiara distinzione tra settore pubblico e settore privato in economia. La relazione tra sfera pubblica e sfera privata costituisce le fondamenta del programma di ricerca di Adam Smith. Il suo lavoro è in parte una reazione critica all’idea di Bernard Mandeville che i vizi privati generano le virtù pubbliche. Con l’eccezione di Mandeville e di alcuni libertari, pochi economisti hanno messo in dubbio che i mercati e le istituzioni politiche e sociali potessero coesistere. Ogni sotto-sistema dell’economia nazionale o globale ha in effetti compiti che può svolgere con più efficacia e maggiore efficienza ed è quindi complementare agli altri. Questa complementarietà è valida nella misura in cui un determinato assetto legale e sociale è necessario per permettere che i mercati funzionino mentre producono i mezzi con cui finanziare i beni pubblici e collettivi.
Non c’è altrettanto consenso sul modo in cui il settore pubblico può correggere, o ostacolare, il funzionamento del mercato e viceversa. Le opinioni su dove vadano tracciati i confini tra i due settori sono soggette a rapidi cambiamenti, specialmente in presenza di shock finanziari ed economici improvvisi e violenti. Per esempio, secondo l’analisi economica, le banche, con l’eccezione di quelle centrali, sono imprese private. La crisi ha invece dimostrato che il loro cattivo funzionamento è un male pubblico e i politici sono stati obbligati ad adottare misure ad hoc per salvare banche di grande dimensione. Questo è equivalente ad ammettere che un sistema di banche private è un bene pubblico o collettivo. Tuttavia si è fatto molto poco per salvaguardare le sue esternalità positive.
I settori pubblico e privato non sono inoltre perfettamente complementari poiché esiste un insieme di beni e servizi che sono desiderati dai cittadini ma che entrambi i settori non sono in grado di produrre. Essi vengono di solito forniti dall’iniziativa privata e delle organizzazioni sociali spontanee nella forma di beni collettivi, beni di club e beni che vengono trasferiti gratuitamente da un individuo all’altro. Questo spazio tra mercato e governo in continua trasformazione, spesso definito come “società civile”, è stato analizzato con intensità variabile in economia e in sociologia. Su di esso si concentrano le discussioni su problemi come i sistemi pensionistici e di assicurazione sanitaria, il ruolo dello Stato e della filantropia nella redistribuzione della ricchezza e il federalismo.
Il confine tra pubblico e privato in economia appare infine influenzato dai risultati dell’economia sperimentale: essi rappresentano un invito agli economisti a riconsiderare le loro posizioni sui fondamenti della loro disciplina ed, in particolare, sulla linea che separa i costi e le opportunità private o soggettive da fattori oggettivi come i limiti delle nostre capacità mentali.
Lo scopo del tema centrale del convegno è quindi di illustrare come la riflessione degli storici del pensiero economico sui confini tra pubblico e privato in economia possa fornire un contributo essenziale alla comprensione delle politiche pubbliche, delle organizzazioni sociali e dei comportamenti individuali.
Comitato organizzatore: Jack Birner (Università di Trento), Elisabetta De Antoni (Università di Trento), Alessandro Innocenti (Università di Siena), Carlo Zappia (Università di Siena)
Website: http://events.unitn.it/storep2010